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Stai leggendo: "Ralph - Supermaxicane" di Quinto Moro

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4. Sausage party 

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Rudy, lo yorkshire con gli occhi da pazzo era l’eroe di giornata, celebrato da tutti – tranne da Max che morto d’invidia s’accontentava di coccolarsi la pancia piena – e Ralph – la cui pancia era invece rimasta vuota.

Dado e Jack, i due bastardini del gruppo, si erano lanciati nell’ennesima imitazione della vecchia donna che inseguiva Rudy per il cortile, con sei metri di salsiccia fresca al seguito. Dado e Jack avevano assistito alla scena dai lati opposti del recinto, dove abbaiando a tutto spiano avevano distratto i cani da guardia della fattoria, un beagle e un bull terrier dementi come pochi. Tutto era cominciato proprio con le manie sadiche di Bolly, che godeva a passare per quella fattoria e torturare i due imbecilli, facendoli correre da una parte all’altra ed esasperando i padroni a notte tarda. Il dementico duo si sgolava finchè il padrone non li prendeva a bastonate mentre Bolly se la rideva. Era uno scherzo rischioso poiché il padrone – un anziano grigio e secco – tirava schioppettate a casaccio oltre il recinto e c’era il rischio di beccarsene una, ma il divertimento valeva il rischio.

Il posto era una miniera di cibo, non tanto per quelle quattro galline vecchie quanto per il dolce odore di sangue e carne fresca spanto dallo stanzino del macello. Il recinto era quasi impenetrabile, con la rete interrata per parecchi metri, roba che né le talpe né i cuccioli di graboide sarebbero riusciti ad attraversare, ma c’era un buco riparato con rete a maglie abbastanza grandi per un cane di piccola taglia. Le pareti della stalla che davano sull’esterno potevano essere scavate, e benché una volta dentro sarebbe stato impossibile scavare per tempo un altro fosso per il cortile, il trambusto delle vacche poteva bastare a distrarre gli umani.

Con Bolly e Ralph, Charlie aveva studiato il piano d’assalto, da eseguirsi in pieno giorno, quando le porte e le finestre della casa erano aperte e gli umani impegnati nelle loro faccende. A Max era bastata una nottata per scavare il buco ai piedi della stalla, dove Charlie si sarebbe intrufolato per spaventare le vacche. Pedro doveva far da palo e fare lo yodel (1) non appena il padrone fosse uscito col furgoncino. Ralph doveva correre intorno al recinto e suonare la ritirata.

Ognuno aveva fatto la sua parte e Rudy meglio di tutti, schizzando attraverso il cortile guidato dal suo naso dritto al spettacolare cordone di salsicce mai visto, che aveva poi addentato e trascinato via attraverso il cortile. Qualche pezzo era andato perso, spappolato nella corsa o impigliato nella recinzione, ma ce n’era in abbondanza per tutto il branco. L’unico a non darci neppure un morso fu Ralph, che mogio mogio, col muso appiattito al suolo come un cane bastonato, guardava gli altri leccarsi i baffi.

Pedro era andato a sederglisi accanto, offrendogli invano un po’ della sua parte.

“Cosa ti prende?” fece Bolly.

“Mangio io la sua parte” s’affrettò a dire Max.

“Tu non mangi un cazzo” abbaiò Charlie.

“Ma se lui non la vuole”

“Ha fatto la sua parte, la mangerà più tardi”

“Quando saremo invasi dalle mosche?” latrò Max.

“Se ti preoccupano tanto le mosche” s’intromise Bolly “dovresti cacare un po’ più lontano da dove mangiamo”

Rudy mimò l’accucciarsi per una cacata sopra una salsiccia che poi addentò, latrando: “guardatemi, sono Max-mangiamerda”

Dado e Jack si rotolarono guaendo e pisciandosi addosso dalle risate, mentre Max era scattato sul piede di guerra. Charlie e Bolly si misero tra il pastore tedesco e i due bastardini, scongiurando la zuffa. Ralph rotolò su se stesso pigramente, dando le spalle al resto del branco.

“Cosa ti prende Ralph?” chiese il capobranco.

“Al cane di città non piace rubare il cibo ai padroni” fece Max, e prima che potesse accorgersene Ralph gli era addosso, ringhiante e furioso. S’azzuffarono nell’incredulità generale. Preso alla sprovvista, Max ebbe rapidamente la peggio e si ritrovò zampe all’aria, coi denti di Ralph stretti alla giugulare. Il collo di Max era troppo grosso per la sua bocca, ma i canini superiori erano entrati sottopelle, poteva scuoiarlo da un lato all’altro della mascella. Immaginandosi la gola squarciata di Max, Ralph lasciò la presa e chinò il capo, come aspettando la punizione del padrone o la vendetta del branco. Poi chiese scusa e si mise a guaire.

 

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Note: (1) Pedro è un basenji. Questo cane può emettere un suono molto caratteristico simile allo yodel.

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