top of page
  • Quinto Moro su FB
Stai leggendo: "Nella Terra dei Cani Pazzi" - di Quinto Moro
​
Capitolo 13
​
I folletti bianchi danzavano ad ampi passi disegnando ghirigori nell’aria con le mani. Ipnotizzata dall’esagerata lentezza dei loro gesti e dal gelido marmo dell’altare su cui l’avevano stesa, Lily non riusciva a muoversi. Le venature bianche e rosse della pietra sembravano pulsare di scariche elettrice, e col passare del tempo la superficie si faceva ruvida come una grattugia. La radura era chiusa in alto dagli intrecci di oleandri secchi e bluastri, circondata da folletti ammassati intorno all’altare e simili a Madni, ma dai volti bianchi e i vestiti grigio spento. I loro nasi erano appuntiti e gli zigomi ossuti e pronunciati, gli occhi grandi e sgranati fissavano Lily. I folletti si muovevano in un mutismo assoluto, non una parola o un respiro, né il fruscio di foglie e sterpi sotto i piedi danzanti.
“Chi siete?”
Lily non era riuscita ad opporsi quando l’avevano presa e quelle erano le prime parole da molto tempo. Il nodo alla gola s’era finalmente sciolto ma l’aria inghiottiva ogni vibrazione facendo appassire il grido sulle labbra. I folletti danzavano ordinati in un cerchi concentrici perfetti, chi in un senso chi nell’altro, come ingranaggi di un orologio. I volti stavano mutando in facce umane di adulti, vecchi e bambini, familiari ed estranee allo stesso tempo. Erano i volti di tutti gli estranei che Lily aveva incontrato una volta, a scuola o per strada, e non aveva mai più visto, ognuno muoveva le labbra in silenzio e si scoprì capace di leggerle: “ecco le tue fantasie piccola Lily” dicevano le labbra mute “ecco il tuo mondo e il tuo futuro. Ecco la vita che non guarderai mai, rinchiusa tra stanze e fantasie. Ecco il mondo che ti chiama perché vuole stringerti, tra le braccia e i denti. Ecco papà chiudere le porte del futuro, e tuo fratello che futuro più non ha. Tutto è perduto piccola Lily, lo è già, scritto nei sogni del Grande Ingannatore che spietato concede la speranza che t’avvelena il cuore in sogni irrealizzabili.”
I girotondi dei folletti presero a fermarsi uno alla volta, dal cerchio più vicino e stretto a quello più lontano confuso nella boscaglia. “Torna alla realtà piccola Lily, torna al mondo vero. Tuo fratello è perduto, il presente è nero. Cresci e combatti per le città del mondo, oltre l’inganno micidiale d’un bel lieto fine. Vieni nelle case del futuro, conosci i frutti del tempo che ti aspetta nella Terra del Sequando: se avrai un lavoro, quando incontrerai un ragazzo, se ogni strada diverrà il fondo di un canale dalle lisce pareti ed un sol rigagnolo tra i piedi con cui abbeverarti, quando l’acqua lurida ti riempirà la pancia di vermi e avrai dei bambini, se riuscirai a sopravvivere, quando tutto finirà nella Terra dei Cani Pazzi. Cresci Lily, e lascia indietro quel che resta. Il passato è morto e il passato è morte. Addio mamma, addio papà, addio fratello.”
Dalla filastrocca muta si levò un ronzio al cui crescere i folletti strisciavano presso l’altare addossandosi gli uni sugli altri, allungando le loro dita squamose in irti pungiglioni. Non c’era via d’uscita nella marea di volti cerei e teste glabre. Il cielo era chiuso da un cesto di rami ispessiti di foglie bianche e giallognole, una si staccò e cadde in ampi volteggi. Afferrandola al volo Lily vide che era la pagina di un libro, così come tutte le altre foglie: le pagine di tutti i libri che aveva letto, mugugnanti ciascuna i loro versi in rima e in prosa. Quella che aveva in mano parlava del mezz’uomo minacciato dagli spettri e salvato dal ramingo, un’altra foglia canticchiava della fata che salvò il burattino prima che affogasse nell’oceano, e un’altra ancora del bimbo coraggioso che salvò una strega dal cuore d’oro. Il vento fece turbinare le pagine in un canto di speranza, narrando i trionfi di eroi e principi azzurri, fate e amici coraggiosi, mentre la massa dei folletti cresceva e gli aculei sulle loro mani s’allungavano ad infilzare le pagine, verso Lily.
​
©© Copyright
bottom of page