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16. Un'ombra di morte

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Rhino se ne stava nella fucina dell’orbiter a smantellare vecchie armi nella speranza di cavar fuori qualcosa di utile per gli ultimi progetti sottratti agli ingegneri Corpus. Poteva passarci delle ore, litigando con Ordis sulla compatibilità dei pezzi riciclati, e su quanta ferrite o argon ci volesse per renderle più solide. Prima dell’esilio era Ash ad occuparsi del grosso dell’arsenale, e benché Rhino evitasse di ammetterlo con gli altri, aveva sempre considerato lui come il più abile a forgiare le armi più interessanti, specie quelle bianche. A lei venivano bene i fucili pesanti e si concentrava su quelli, anche se pochi nel Clan apprezzavano il suo lavoro. Quando Mag era in missione non aveva altri con cui parlare e con Ordis aveva le sue conversazioni più lunghe, anche se si riducevano a una sequela di giocosi insulti al Cephalon. Ma Ordis era andato offline da qualche ora, impegnato in chissà quale controllo della rete comunicazioni.

Come faceva a volte quando si annoiava, Rachel uscì dal Warframe, mimando una conversazione, un po’ usava la sua voce normale e un po’ mimava il tono duro di quando parlava per bocca di Rhino. Solo Ash e Mag conoscevano il suo aspetto umano, e custodiva gelosamente il segreto sulla sua età dietro alle parolacce e alle spacconerie, ma per quanto ne sapeva era la bambina più piccola fra tutti i Tenno. Aveva sì e no quattro anni quand’era stata risvegliata da Lotus, ora ne aveva otto ma non era cresciuta granché. Cercava di apparire sicura come una dodicenne, in grado di badare a se stessa. Non avrebbe tollerato di prendere ordini solo perché era la più piccola. Ma questo significava anche appoggiare le decisioni dei più grandi anche se non era d’accordo, come nella votazione contro l’Excalibur. Rachel puntò il dito contro il suo Warframe, col braccio teso gli arrivava a malapena all’ombelico, disegnato con una punta di scorie di fuliggine.

“Avresti dovuto votare per aiutarlo” fece con la sua vocina, e mimando la voce rozza di Rhino si rispose grugnendo: “devo decidere tutto io qui, nanerottola, tu non avresti il coraggio di decidere un bel niente” - “Sei una grassona, ma guardati, sembri un maschio” - “Và a cambiarti le mutande pisciona - “Sì così te le infilo in gola” - “Prima devi procurarti una scala, poi devi trovare il buco della bocca” - “Forse dovrei trovarti qualche altro buco allora” - risate.

Il portello si aprì e Rachel svanì in un lampo riacquistando il controllo di Rhino.

“Rhino: sala briefing, subito” disse Frost “con chi stavi parlando?”

“Non si bussa? E se stavo provando un’arma?”

“Non ho tempo per discutere, muoviti”

“Sissignore” fece Rhino con tono arrogante, ma mentre lo seguiva si rese conto che Frost era preoccupato. Cogliere una qualunque emozione in Frost non era difficile come pensavano tutti gli altri, era uno dei pochi a mantenere un tale distacco e controllo nei movimenti del Warframe che se qualcosa lo preoccupava si ingobbiva, il suo elmo stava attaccato al torso tanto da sembrare privo del collo, e quando le spalle e l’elmo si piegavano in avanti assumeva un aspetto ancor più tozzo, molto simile a quando Rhino si preparava a caricare con le sue testate.

La sala briefing era vuota, nella fucina Rhino perdeva spesso la cognizione del tempo e non sapeva in quanti fossero rimasti sull’orbiter e quanti partiti per altre missioni. L’ologramma di Ordis apparve al centro della sala, vibrando in quel modo caratteristico che preannunciava brutte notizie.

“Avanti” disse Frost al Cephalon “ripeti il messaggio”

“Operatore” fece Ordis “ho ricevuto un segnale d’emergenza dalla navetta dell’Operatore Mag”

“Mag era su Nettuno” disse Rhino. Frost annuì.

“Il segnale si sta facendo sempre più debole, è in allontanamento nello spazio profondo”

“Alla deriva?” chiese Rhino, per un momento il tono perse la costruita inflessione da bulla ed apparve più bambinesco e stridulo.

“La nave ha una rotta impostata”

“Per dove?” incalzò Rhino.

“Non posso calcolarlo” piagnucolò Ordis.

“E Nezha ed Ember? Erano con lei”

“Segnale perso anche da loro” disse Frost “finisci Ordis”

“Operatore… ho perso il segnale di Trasferenza di tutta la squadra”

“Tutta la fottuta squadra?” grugnì Rhino.

“Mi dispiace, ero offline come da procedura per non compromettere il loro assalto, sono stato richiamato dal segnale di emergenza”

“Il caccia di Nezha è alla deriva vicino a Nettuno” disse Frost “secondo Ordis potrebbe finire con lo schiantarsi su Tritone. Il caccia di Mag ha mandato un messaggio e impostato una rotta, quello di Ember è scomparso, isolato dalla rete”

“Cos’erano andate a fare?”

“Routine” disse Frost “smantellamento di una miniera su Tritone, ma mentre erano là la rete comunicazioni è letteralmente esplosa di segnali d’emergenza della flotta Grineer. Pare ci sia stato un assalto in massa da parte dei Corpus. Darvo Bek e dice che suo padre non ha autorizzato nessun attacco”

“Alad V?”

“Sembra folle persino per lui”

“Parto subito” disse Rhino.

“Vengo con te” fece Frost “Mesa ci raggiungerà lì.”

 

L’orbiter si fermò in vista di Tritone, presso l’area da cui era partito il messaggio d’emergenza. Le scansioni di Ordis mostrarono che la navetta di Mag aveva raggiunto una distanza pari all’orbita di Alimede, e che la flotta Corpus di Alad V si era allontanata dalla cintura dei satelliti e concentrandosi tutt’intorno a Nettuno. Frost dovette frenare l’irruenza di Rhino, assetata di sangue Corpus perché già li incolpava del misfatto, ma navetta di Nezha fluttuava alla deriva nel disinteresse più totale dei presunti colpevoli. La navetta fu attraccata all’orbiter in remoto: era vuota ed Ordis non riuscì a cavare alcuna informazione utile dai sistemi di bordo.

Di lì a poco giunse Mesa, e il scese gelo quando Frost si accorse che il pistolero era accompagnato dal primo esule: Ash.

“Cosa ci fai lui qui?” sibilò Frost.

“Tappati quella fogna” grugnì Rhino “è venuto ad aiutare”

“L’ho informato di quel poco che sappiamo” disse Mesa.

Frost ingoiò il rospo. L’orbiter seguì la rotta fino alla seconda navetta, quella di Mag, che procedeva in rotta di allontanamento da Nettuno. All’abbordaggio Rhino entrò per prima e corse alla camera del baccello di Trasferenza, aperto e vuoto, e là sul pavimento i cadaveri di Nelly ed Emma. Sul torace di ciascuna delle bambine era stato aperto un lungo e profondo solco, il sangue aveva inzuppato le tute e i volti erano bianchi e lucidi come cera.

Rhino cadde in ginocchio. “Nelly” sussurrò accarezzando il corpicino.

Melvin uscì dal Warframe per esaminare da vicino le due bambine. “Credevo che fossi invincibile” sussurrò accarezzando il volto di Emma.

“Nessuno di noi lo è” disse Ash e posandogli una mano sulla spalla con dolcezza.

“Non è sicuro stare fuori” disse Frost.

Melvin obbedì e riprese il controllo di Mesa. Rimasero tutti ad osservare quella scena in silenzio. Anche se era già successo di perdere dei compagni, raramente si vedevano i corpi così, feriti a morte. La morte raggiungeva i Tenno solo a seguito di danni catastrofici ai baccelli di Trasferenza, ed erano rari i casi in cui la distruzione del Warframe si traduceva nella morte di chi lo pilotava.

La voce di Ordis ruppe il silenzio. “Nessuna traccia dell’Operatore… la navetta mancante non è più nello spazio di Nettuno”

“Metterò sotto controllo tutta la rete” disse Frost “la rintracceremo”

“Forse dovremmo lasciare che sia lei a farsi viva” disse Ash.

“Potrebbe essere in pericolo, o ferita” protestò Rhino.

“Dobbiamo preoccuparci di che fine hanno fatto i Warframe Ember e Nezha” disse Frost.

“O potrebbero essere distrutti” disse Ash.

“Sono l’unica qui a vedere che hanno il petto squarciato?” gridò Rhino “lo Stalker è tornato! Solo lui poteva fare una cosa simile e forse adesso sta dando la caccia a Mag”

“Se anche fosse tornato, non dobbiamo preoccuparci di Mag più di quanto non dobbiamo per noi stessi”

“Io vado a cercarla”

“Non andrai da nessuna parte da sola” disse Frost.

“Dovresti obbedirgli” disse Ash “ed è sempre meglio essere in quattro in queste situazioni”

“Giusto!” sbottò Rhino contro Frost “e perché loro erano solo in tre?”

“Era solo una missione di routine, e poi non ti devo spiegazioni”

Rhino si avventò contro Frost ma Ash la trattenne. Vedendo che nessuno si schierava dalla sua parte Rhino si ritirò.

“Però ha ragione” disse Ash “sembra proprio una ferita dello Stalker”

Frost gli fece un’occhiata gelida. “Ordis” disse a voce alta “traccia Rhino e mandale qualcuno di supporto, poi aggiorna Vauban, ritrasmettigli tutto quello che abbiamo detto finora, e quello che diremo da qui in avanti su questa faccenda”

“Sì. Operatore… Cephalon Ordis non sa come esprimere il suo dolore per quanto…”

“E disattiva le sicure delle armi e gli inibitori di energia su questa navetta” disse Frost.

“Cephalon Ordis non capisce perché…”

“Obbedisci!”

Frost estrasse la pistola dalla fondina, premette il grilletto in un angolo della stanza per assicurarsi che fosse attiva, lo sparo esplose poi puntò l’arma alla testa di Ash.

“Ti sembra il momento?” fece Mesa “dobbiamo essere uniti in queste situazioni!”

“Suona strano detto da te che vai tramando con un esule, a te non sparo solo perché penso tu sia troppo stupido per essere pericoloso”

“Non stiamo tramando niente” disse Mesa, trattenendosi dall’estrarre le sue pistole.

“Stiamo? Tu e chi altri? Da che parte stai Mesa, parla!”

“E’ sconvolto” disse Ash senza scomporsi, le braccia incrociate e le mani ben nascoste sotto le ascelle.

“Ogni parola che ti è uscita dalla bocca è stata veleno”

Mesa sfilò le sue pistole e le puntò contro Frost: “stai vaneggiando”

“Lasciamo che sia Mag a farsi viva… non hai detto così Ash? Con lei vi serve più tempo per finire il lavoro? E che capolavoro con Rhino: dirle di obbedirmi, la parola giusta per farle disobbedire qualsiasi ordine, e quella finezza su quanto sia meglio essere sempre in quattro, per mettermi in cattiva luce, come se questo macello fosse colpa mia per averle mandate in tre. Oh, e che velocità nello scaricare la colpa sullo Stalker”

“Stai esagerando Frost” disse Mesa.

“Sai cos’altro può causare quelle ferite? La spada di un Excalibur, e indovina cosa ci ha portato il buon Hydroid, un altro esule, proprio oggi? Quanti altri ne avete? È questo il vostro piano per spazzare via il Clan? Usare degli schifosissimi spettri Excalibur e portarci via tutti i Warframe?”

“Vorrei poter dire che è bello sapere di non essermi mai sbagliato su di te” disse Ash “perché sei un paranoico egocentrico, ma avrei preferito di gran lunga sbagliarmi”

Ash sciolse le sue braccia conserte e dalle mani schizzarono due shuriken che colpirono Frost in pieno petto. Frost fece fuoco mancandolo, quando poi stava per premere di nuovo il grilletto Ash gli stava già addosso pronto a pugnalarlo. Due spari esplosero e sia Ash che Frost si ritrovarono a terra uno accanto all’altro. In piedi era rimasto solo Mesa, con le pistole fumanti.

“Ordis!” gridò Melvin uscendo dal Warframe “riattiva subito i blocchi di sicurezza, io provo a far ragionare questi due stronzi. Statemi a sentire: Mag ha portato i corpi qui sulla sua navetta per un motivo, forse per farci capire che i Warframe sono stati trafugati. È vero che non possiamo escludere che anche lei sia morta, e che tutte e tre, Mag, Nezha ed Ember adesso siano nelle mani di uno o più ostili. Ma mettetevi in testa che quanto successo riguarda tutti i Tenno, anche gli esuli. Il baccello nella navetta di Nezha era intatto e vuoto, ed anche questo. E se Mag ha usato la terza navetta per andarsene, era intatto anche quello di Emma. Ciò significa che Emma e Nelly sono state uccise da qualcosa che le ha strappate via dai Warframe, forzando la Trasferenza”

“Questo non è possibile” disse Frost, agonizzante al suolo con un buco sulla spalla, coi naniti a lavoro per ricucire la ferita.

“Da quando me ne sono andato avete fatto progressi sul funzionamento della Trasferenza?” fece Ash nello stesso stato di prostrazione, con un buco sul costato.

“Siamo bambini che giocano con armi cariche” disse Melvin “non le abbiamo costruite noi e non sappiamo bene come funzionano, né cosa può farle smettere di funzionare o fino a che punto possono essere pericolose, specie per noi stessi. Ma soprattutto non sappiamo quali altri punti deboli abbiamo, oltre la resistenza degli scudi di energia. La cara Lotus si è tenuta queste informazioni per sé, sempre che le avesse. Perciò smettiamola di comportarci da adulti che sanno tutto: gli ultimi adulti a comportarsi così hanno messo le armi nelle mani dei bambini che li hanno trucidati.”

Nessuno dei due feriti osò ribattere mentre cercavano di rimettersi goffamente in piedi, troppo orgogliosi per aiutarsi a vicenda. Tutti e tre ricordavano qualcosa della rivolta avvenuta secoli addietro, prima del Lungo Sonno: erano loro i carnefici, i bambini del neonato Clan Tenno, e gli adulti i loro schiavisti e maestri Orokin.

“Cephalon Ordis deve continuare a trasmettere in viva voce all’Operatore Vauban?”

“Credo che basti così” disse Vauban dall’altro capo “se vi siete calmati, direi di riattivare tutti i vecchi canali del Clan, e che i messaggi siano ritrasmessi per tutto il Sistema, a chiunque voglia rispondere.”

Melvin riprese controllo del suo Warframe e alzò la mano. “Favorevole.”

Ash e Frost si scambiarono un’occhiata, Mesa accarezzò le pistole, i due alzarono la mano.

“Un’ombra di morte è scesa sul Clan” pronunciò Vauban “Adunata di lutto. Tutte le missioni sono annullate, le squadre sciolte, tutti i Tenno coinvolti.”

 

 

 

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