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Genere: racconto, droga, tempo
Pagine: 30 circa in formato libro
Capitoli: 12 - concluso
Scritto tra settembre e novembre 2019
Tempo di lettura: 90 minuti

90'

Sembra non ci siano più tossici a questo mondo.
Dello spauracchio della droga forte e vivido negli anni '80 e '90 non vedo più traccia. Non se ne sente parlare più come all'epoca. E non è solo per questione di abitudine.
Generazioni di tossici tra gli anni '70 ai '90 hanno accompagnato le angosce di amici, coetanei e genitori preoccupati.
Gli stupefacenti sono stati definitivamente sdoganati. La quantità dell'offerta di sostanze e la facile reperibilità ha rotto quel guscio che separava il "loro" dal "nostro" mondo. L'uso di droghe non è più della mosca bianca, del disadattato, del reietto. E' comune.
No, non è una morale contro. Né pro. Ma pensavo a come si sia modificata la nostra percezione delle droghe, e di chi ne fa uso. Così si è allontanato il ricordo del vecchio spauracchio dagli occhi vuoti.
Dei "vecchi" tossici non resta quasi più traccia, se non qualche ricordo segreto e ben sepolto di chi è sopravvissuto agli anni del primo boom delle droghe, specie dell'eroina.
Irvine Welsh ci aveva visto lungo: "Il mondo sta cambiando. Le droghe stanno cambiando." Le profezie di Trainspotting si sono avverate. Nel frattempo il modo in cui si guardava a quel mondo e chi ne faceva parte è rimasto un ricordo di chi gli è sopravvissuto, o di chi durante l'infanzia ne ha sentito parlare, e poi mai più.
Ma quelle generazioni sono esistite. E i loro fallimenti, le loro umiliazioni, i loro incubi, non appartengono più a nessuno. Non alle loro ceneri. Né a chi ha rinunciato a quell'eredità, come si fa coi debiti di un parente che non ci ha lasciato niente di utile.

 

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